Platycerium, Felce corna d'alce: Coltivazione e cura

Platycerium, Felce corna d'alce: Coltivazione e cura

Contenuto

Modificato l'giovedì 5 giugno 2025  da Alexandra 12 min.

Il Platycerium in poche parole

  • Il Platycerium è una splendida felce tropicale ed epifita, che cresce naturalmente attaccata agli alberi.
  • Possiede fronde fertili molto frastagliate, che ricordano i palchi di un cervo.
  • Ideale in interni luminosi, in sospensione o su supporto murale, dona un tocco vegetale originale e grafico.
  • Richiede luce filtrata, umidità ambientale sufficiente e annaffiature controllate.
Difficoltà

Il parere della nostra esperta

Il Platycerium, è una felce epifita originaria delle foreste tropicali umide dell’Africa, dell’Asia, dell’Australia e del Sud America. Molto originale, forma lunghe fronde pendenti a forma di corna di cervo. La sua silhouette atipica attira inevitabilmente l’attenzione e suscita curiosità. Il Platycerium è una pianta che cresce naturalmente attaccata agli alberi, senza però essere parassita. Si nutre dei detriti vegetali accumulati attorno alle sue fronde sterili, il che ne fa un eccellente esempio di adattamento vegetale.

Sempre più apprezzato come pianta d’appartamento per il suo aspetto esotico e le sue esigenze moderate, il Platycerium affascina sia gli appassionati di botanica che gli amanti della decorazione vegetale. Grazie alle sue esigenze specifiche, ma semplici da rispettare, si adatta bene sia agli interni che alle serre o alle verande, portando un tocco di giungla in tutti gli spazi.

Scopri tutti i nostri consigli per coltivare con successo il Platycerium, le specie più comuni, le buone pratiche di piantagione e manutenzione, oltre ai trucchi per moltiplicarlo e associarlo armoniosamente con altre piante d’appartamento.

Descrizione e botanica

Carta d'identità

  • Nome latino Platycerium sp.

Il Platycerium è una felce epifita originaria delle zone tropicali e subtropicali di diversi continenti: Africa, Sud-Est asiatico, Australia, Sud America e persino alcune isole del Pacifico. Cresce principalmente nelle foreste umide, dove si aggrappa ai tronchi e ai rami degli alberi. A differenza delle piante parassite, non danneggia i suoi ospiti, limitandosi a utilizzarli come supporto.

Il Platycerium appartiene alla famiglia delle Polypodiaceae. Questa famiglia riunisce circa 1000 specie di felci, principalmente epifite e tropicali. È anche la famiglia del Polypodium, una piccola felce con rizoma strisciante, che cresce spontaneamente in Francia, nel sottobosco.

Il Platycerium ha un portamento molto particolare, formato da due tipi di fronde. Le fronde sterili, spesso arrotondate, hanno forma di coppa o di scudo, e si appiattiscono contro il loro supporto. Servono a fissare la pianta e ad accumulare umidità e materia organica. Ingialliscono naturalmente con il tempo, un processo normale che non deve preoccupare: rimangono importanti per la salute della pianta.

Platycerium bifurcatum

Nel suo ambiente naturale, il Platycerium può raggiungere dimensioni imponenti.

Il Platycerium è particolarmente decorativo grazie alle sue fronde fertili, lunghe, arcuate o pendenti, molto frastagliate, che ricordano i palchi di un cervo. Sono ricoperte da una leggera peluria argentata, che aiuta la pianta a limitare la perdita d’acqua. Sono queste fronde fertili a produrre le spore necessarie alla riproduzione. Valgono al Platycerium il nome comune di “Felce corna d’alce” o “corna di cervo”. La combinazione di questi due tipi di fronde crea una silhouette spettacolare e molto grafica.

Le dimensioni del Platycerium variano a seconda della specie e delle condizioni di coltivazione. Alcune specie possono raggiungere fino a 1 metro in tutte le direzioni, o anche di più, quando sono ben stabilite. In vaso o su un supporto murale, la pianta sviluppa gradualmente una massa imponente di fronde ricadenti, creando un effetto cascata vegetale.

Il genere Platycerium comprende una ventina di specie. Ogni specie si distingue per la forma delle fronde, le dimensioni, il comportamento di crescita e le esigenze colturali. Ecco alcune delle specie più conosciute e coltivate:

  • Platycerium bifurcatum : è la specie più comunemente coltivata, soprattutto perché è la più facile da mantenere. Originaria dell’Australia e della Nuova Guinea, questo Platycerium è apprezzato per le sue fronde fertili verdi e arcuate, che possono raggiungere i 90 cm di lunghezza. Le fronde sterili hanno forma di scudo, inizialmente verdi, poi ingialliscono con il tempo.
  • Platycerium superbum : questa specie, anch’essa originaria dell’Australia, è spettacolare. Forma una grande rosetta con fronde sterili molto ampie, che possono curvarsi verso l’esterno formando una “coppa” destinata a catturare i detriti. Le fronde fertili, spesso più corte di quelle del bifurcatum, sono anch’esse molto ornamentali.
  • Platycerium grande : originaria delle Filippine, questa specie assomiglia al P. superbum, ma le sue fronde fertili possono raggiungere dimensioni impressionanti, a volte fino a 2 metri di lunghezza. È più difficile da coltivare e richiede un’umidità costante.
  • Platycerium alcicorne : questa specie africana è abbastanza simile al P. bifurcatum ma le sue fronde sono più sottili, più eleganti e spesso leggermente attorcigliate. Tollera bene la coltivazione in interno, a condizione di beneficiare di una buona umidità.
  • Platycerium veitchii : originaria del Queensland in Australia, questa specie è riconoscibile per le sue fronde argentate ricoperte da una peluria molto densa. Preferisce un’atmosfera secca e tollera un po’ più di luce diretta rispetto alle altre specie.

Esistono anche ibridi orticoli, come il Platycerium ‘Netherlands’ o ‘Dutch Hybrid’. Combinano la robustezza del Platycerium bifurcatum con alcune caratteristiche estetiche di altre specie, come fronde più ampie o una crescita più rapida.

Il Platycerium è una pianta non rustica: non tollera il gelo e muore non appena le temperature scendono sotto i 10°C. Deve quindi essere coltivato in interno o in serra temperata nelle regioni con inverni freddi.

Platycerium con fronde argentate

Il Platycerium veitchii ‘Lemoinei’ si distingue per il fogliame grigio argenteo

Le principali specie e varietà

Platycerium bifurcatum - Felce a corna di cervo

Platycerium bifurcatum - Felce a corna di cervo

È la specie più conosciuta e coltivata. Apprezzata per le sue lunghe fronde arcuate e ramificate, a forma di corna di cervo
  • Altezza a maturità 70 cm
Platycerium alcicorne - Felce a corna di cervo

Platycerium alcicorne - Felce a corna di cervo

Questa specie è abbastanza simile al Platycerium bifurcatum, ma possiede fronde più sottili, spesso leggermente attorcigliate.
  • Altezza a maturità 50 cm

La piantagione del Platycerium

Dove posizionare il Platycerium?

Il Platycerium può essere coltivato in vaso quando è giovane, ma con il tempo le fronde sterili rischiano di ricoprire completamente il vaso, considerandolo come un supporto dato che si tratta di una pianta epifita. È meglio posizionarlo direttamente (o non aspettare troppo a farlo) su un supporto sospeso, ad esempio su una tavola appesa verticalmente al muro, su un tronco decorativo o un ramo di legno alla deriva, oppure in un cesto sospeso.

Per quanto riguarda la posizione da scegliere, il Platycerium ha bisogno di una luce intensa ma filtrata. Apprezza un’esposizione vicino a una finestra rivolta a est o ovest, con tende leggere per filtrare la luce diretta del sole. Una luce troppo forte brucerebbe le sue fronde, mentre una carenza di luce ne rallenterebbe la crescita. Essendo una pianta tropicale, ama l’umidità ambientale. Un bagno luminoso, una veranda o una serra sono luoghi ideali. In ambienti interni secchi, ricordati di nebulizzare regolarmente le fronde o di utilizzare un umidificatore. La temperatura ideale è compresa tra 18 e 25 °C. Non tollera correnti d’aria fredda né temperature inferiori ai 10 °C.

Giovani piante di Platycerium coltivate in vaso. Si nota chiaramente che le fronde sterili stanno già iniziando a ricoprire i vasi.

Quando piantarlo?

Il momento migliore per posizionare un Platycerium è in primavera o all’inizio dell’estate, quando la pianta entra nel periodo di crescita attiva. Questo le dà il tempo di adattarsi bene al suo nuovo supporto o vaso prima dell’inverno.

Come piantarlo?

È possibile piantare il Platycerium in vaso quando è giovane, ma ti consigliamo piuttosto di posizionarlo direttamente su un supporto verticale.

In vaso

  • Utilizza un vaso largo e poco profondo, con fori di drenaggio.
  • Prepara un miscuglio leggero: corteccia di pino, sfagno, fibre di cocco e un po’ di perlite.
  • Posiziona la pianta sul miscuglio senza interrarla: solo le radici devono essere a contatto con il substrato.
  • Innaffia con parsimonia e lascia asciugare bene tra un’annaffiatura e l’altra.
Piantagione di un Platycerium in vaso

La piantagione in vaso è adatta per le piante più giovani.

Su un supporto murale (tavola o placca di legno)

  • Utilizza una tavola non trattata o un supporto in sughero.
  • Posiziona una manciata di muschio o sfagno inumidito al centro.
  • Installa il Platycerium sullo sfagno, orientando le fronde sterili verso il basso in modo che possano espandersi.
  • Fissa il tutto con del filo di ferro, senza stringere troppo.
  • Innaffia abbondantemente dopo il posizionamento.

Il Platycerium è molto decorativo quando è posizionato su un supporto verticale come una tavola di legno. Il muschio aiuta a fissarlo e a preservare l’umidità attorno alle radici.

Come curare il Platycerium?

Esposizione

Il Platycerium apprezza una buona luminosità, ma teme il sole diretto e bruciante. L’ideale è posizionarlo vicino a una finestra esposta a est o ovest. Un’esposizione a sud è ugualmente possibile, a patto di filtrare i raggi diretti del sole con una tenda leggera. Al contrario, un ambiente troppo buio ne comprometterà la crescita, rendendo le sue fronde pallide e poco vigorose.

Annaffiatura

L’annaffiatura, invece, deve essere dosata con attenzione. Troppa acqua può causare il marciume delle radici o delle fronde sterili, mentre una carenza prolungata disidrata la pianta. Se lo coltivi su un supporto murale, immergi completamente il supporto in una bacinella d’acqua per 15-30 minuti, una volta alla settimana in estate, ogni 10-15 giorni in inverno. Lascia scolare bene il supporto prima di riposizionarlo.

Se lo coltivi in vaso, ti basterà annaffiare quando il substrato è asciutto al tatto, assicurandoti che l’acqua non ristagni mai sul fondo del vaso. Un controllo visivo è utile: fronde che diventano molli o raggrinzite sono spesso segno di carenza d’acqua, mentre un imbrunimento alla base delle fronde può indicare un eccesso.

Umidità ambientale

Originario delle foreste tropicali, il Platycerium ama vivere in un’atmosfera umida. Prospera in ambienti dove l’umidità relativa supera il 50%, condizione che può essere ottenuta naturalmente in un bagno o artificialmente con un umidificatore. In periodi secchi o in interni riscaldati, si consiglia di nebulizzare regolarmente le fronde (2-3 volte a settimana), evitando però di inzuppare le fronde sterili, specialmente in inverno.

Pulizia e potatura

Per quanto riguarda la cura del fogliame, si raccomanda di non potare o rimuovere le fronde sterili, anche quando diventano marroni. Queste svolgono un ruolo cruciale nella protezione della pianta e nella conservazione dell’umidità. È comunque possibile rimuovere delicatamente le fronde morte o staccate. La polvere può essere rimossa con un pennello asciutto e morbido per non danneggiare la superficie vellutata delle fronde fertili.

Concime

L’apporto di concime non è indispensabile, ma può favorire una crescita più vigorosa, specialmente durante il periodo attivo, in primavera e estate. Puoi somministrare (massimo una volta al mese) un concime liquido a basso dosaggio, adatto a piante epifite o orchidee. Evita concimi ricchi di azoto, che potrebbero danneggiare le fronde.

Le malattie e i parassiti del Platycerium

Il problema più frequente nel Platycerium è il marciume delle fronde o del cuore della pianta. Di solito si verifica a causa di un eccesso di umidità o di un drenaggio insufficiente. Se le fronde sterili diventano rapidamente marroni, molli o emanano un odore sgradevole, potrebbe indicare che la pianta viene annaffiata troppo o che non si asciuga correttamente dopo l’immersione. In questo caso, si consiglia di ridurre le annaffiature, lasciare asciugare la pianta più a lungo e migliorare l’aerazione intorno al supporto o al vaso.

I parassiti non sono molto frequenti, ma a volte si possono osservare delle cocciniglie farinose, soprattutto sulle fronde sterili o sulle nervature delle fronde fertili. Questi piccoli insetti bianchi o marroni si nutrono della linfa e indeboliscono gradualmente la pianta. È importante eliminarli manualmente non appena compaiono, utilizzando un batuffolo di cotone imbevuto di alcol al 70° o con un trattamento naturale a base di sapone nero diluito. Un’infestazione avanzata potrebbe richiedere l’isolamento della pianta e diverse applicazioni di trattamento.

Gli afidi e i ragnetti rossi possono anche comparire in caso di aria troppo secca, soprattutto in ambienti interni riscaldati. Gli afidi causano l’arricciamento o l’indebolimento delle fronde, mentre i ragni rossi lasciano piccoli punti gialli e ragnatele molto fini. Aumentare l’umidità ambientale, nebulizzare regolarmente e pulire le fronde sono buoni metodi preventivi per evitare questi attacchi. In caso di dubbi, una doccia tiepida con un getto delicato spesso aiuta a rimuovere questi piccoli invasori.

Infine, una crescita rallentata, fronde pallide o deformate possono segnalare una mancanza di luce o una carenza nutrizionale. In questo caso, un apporto moderato di fertilizzante adatto e il riposizionamento della pianta in un luogo più luminoso possono essere sufficienti per migliorarne la salute.

La vigilanza, l’osservazione regolare e una buona igiene colturale sono i migliori alleati per mantenere un Platycerium in piena forma.

Platycerium su un supporto murale

Come moltiplicare il Platycerium?

Moltiplicare un Platycerium è un ottimo modo per prolungare il piacere della sua coltivazione, condividere questa pianta con altri appassionati o semplicemente ampliare la propria collezione. Esistono principalmente due metodi: il prelievo di polloni e la semina delle spore.

Moltiplicare il Platycerium per prelievo di polloni

È il metodo più semplice e veloce.

Quando prelevare i polloni del Platycerium?

L’ideale è intervenire in primavera, durante il periodo di crescita attiva, preferibilmente durante un rinvaso o un cambio di supporto.

Come procedere?

  • Individua una rosetta secondaria ben formata, con le proprie fronde e radici.
  • Staccala delicatamente dalla pianta madre utilizzando un coltello pulito e affilato se necessario.
  • Fissa questa nuova pianta su un supporto (tavola di legno, sughero) o posizionala in un vaso con un miscuglio leggero e drenante.
  • Innaffia leggermente e mantieni una buona umidità ambientale per favorire la radicazione.

Come seminare le spore di Platycerium?

Più tecnica e lunga, questa metodologia è riservata a giardinieri esperti o curiosi del ciclo di vita completo delle felci. Permette di ottenere numerose piante partendo da una sola.

Quando seminare le spore?

Puoi seminarle tutto l’anno, a patto di disporre di un ambiente caldo e umido.

Come procedere?

  • Raccogli le spore mature presenti sul retro delle fronde fertili, sotto forma di polvere marrone.
  • Seminale sulla superficie di un substrato sterile e umido (sfagno finemente tritato, torba fine).
  • Copri il tutto con una campana o un coperchio trasparente per mantenere un’umidità costante.
  • Posiziona in un luogo caldo e luminoso, senza sole diretto.
  • Attendi la germinazione (da diverse settimane a diversi mesi), poi lo sviluppo dei protalli e infine delle giovani piante.
  • Trapianta quando le giovani felci sono abbastanza grandi da essere maneggiate.

Per ulteriori consigli, non esitare a consultare la nostra scheda dedicata: “Come seminare le spore di felci?”

Come valorizzare il Platycerium e con quali piante abbinarlo?

Il Platycerium si abbina perfettamente con altre piante tropicali che condividono le sue esigenze di luce filtrata e alta umidità ambientale. Puoi associarlo a orchidee, bromeliacee o anthurium, che come lui apprezzano atmosfere calde e umide. Le calathee, filodendri e monstera creano un interessante contrasto con le loro grandi foglie intere o variegate. Le loro forme morbide e il fogliame rigoglioso formano un bell’equilibrio con le fronde frastagliate e aeree del Platycerium.

Grazie al suo portamento ricadente e alla capacità di vivere su supporto verticale, il Platycerium è perfetto per creare un muro vegetale, alternandolo a felci classiche, pothos o piante rampanti. Può anche essere utilizzato per comporre un quadro vegetale, dove occupa il centro della scena, circondato da piante più discrete ma complementari.

Per valorizzare il suo lato “selvaggio” ed epifita, punta su materiali naturali: appendilo ad esempio su una tavola di legno grezzo, su un ramo di legno spiaggiato o su una corteccia di sughero. Posizionalo vicino a pietre, ciottoli o su una mensola di legno spiaggiato per un’atmosfera zen e naturale.

Appeso in un cesto o su una tavola al muro, il Platycerium diventa un elemento decorativo a sé stante. Può costituire l’elemento centrale di un mobile vegetale, circondato da piccole piante dal portamento ricadente come i dischidia o gli hoya. Può anche occupare una nicchia murale con illuminazioni indirette per un effetto scultoreo sia di giorno che di notte.

Come abbinare il Platycerium

Il Platycerium crea facilmente un effetto molto esotico su un muro, come qui in associazione con delle Monstera

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