Gli erbicidi cosiddetti "naturali": cosa contengono davvero?

Gli erbicidi cosiddetti "naturali": cosa contengono davvero?

La nostra analisi

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Modificato l'1 %  da Leïla 6 min.

I diserbanti cosiddetti “naturali” stanno conquistando sempre più i giardinieri attenti all’ambiente. Nei garden center o su internet, questi prodotti promettono di eliminare le erbacce rispettando la natura.

Ma cosa significa realmente “naturale” sull’etichetta di questi prodotti? Di cosa sono composti? E soprattutto, il loro utilizzo è davvero innocuo come si potrebbe pensare?

Questo articolo propone di esaminare la composizione dei diserbanti naturali disponibili in commercio, analizzarne gli effetti sul terreno, la biodiversità e le piante, ed esplorare alternative ecologiche per un giardinaggio più rispettoso degli esseri viventi.

un'erbaccia indesiderata in un giardino in ghiaia

Difficoltà

Definizione e regolamentazione degli erbicidi "naturali

Oggi, molti prodotti riportano l’etichetta “diserbante naturale”. Ma dietro questo termine, esiste una grande varietà di composizioni… e soprattutto, nessuna definizione legale rigorosa.

Il “naturale”: una parola che vende, ma che rimane vaga

In Francia come in Europa, “naturale” non è una categoria regolamentata per i prodotti fitosanitari. Ciò significa che un diserbante può definirsi “naturale”:

  • Perché contiene sostanze di origine vegetale, minerale o animale,
  • Perché utilizza ingredienti già presenti in natura,
  • O semplicemente per ragioni di marketing, in assenza di agenti chimici pesanti.

Ciò non garantisce né innocuità per l’ambiente, né bassa tossicità. Un prodotto naturale può essere aggressivo per il terreno o i microrganismi se utilizzato male.

Cosa dice la legge?

Dal 1° gennaio 2019, la legge Labbé è entrata in vigore in Francia. Vieta ai privati di utilizzare pesticidi chimici di sintesi nei giardini, negli orti, sui balconi e negli spazi verdi pubblici.

Al loro posto, sono autorizzati solo:

  • I prodotti di biocontrollo (ovvero quelli che utilizzano meccanismi naturali per combattere i parassiti),
  • I prodotti contenenti esclusivamente sostanze di base utilizzate nella vita quotidiana (come l’acido acetico o il bicarbonato di sodio),
  • O i prodotti classificati a basso rischio.

Ciò significa che anche alcuni diserbanti naturali sono vietati se non rispondono a questi criteri di selezione rigorosi.

Attenzione alle false promesse

Nei reparti, si possono trovare prodotti “100% naturali” ma che non sono necessariamente rispettosi della biodiversità e possono nascondere additivi o agenti di formulazione poco ecologici.

Tutti i diserbanti venduti come tali in Francia devono obbligatoriamente essere omologati (AMM). Tuttavia, anche un prodotto naturale e omologato può avere un impatto sulla biodiversità del suolo o sulla fauna utile se utilizzato male. È quindi essenziale leggere attentamente la composizione e le precauzioni d’uso. La normativa orienta verso prodotti più sicuri, ma non sempre perfetti per l’ambiente.

estirpazione di tarassaco infestante

Il tarassaco fa parte delle infestanti di cui molti giardinieri vorrebbero liberarsi

Gli ingredienti comuni dei diserbanti cosiddetti "naturali

L’acido acetico (l’aceto concentrato)

  • Origine: derivato dalla fermentazione di materie vegetali, è il componente attivo dell’aceto bianco.
  • Azione: brucia i tessuti vegetali in superficie denaturando le proteine cellulari.
  • Vantaggio: efficace molto rapidamente su piantine giovani.
  • Limite: non agisce sulle radici. Risultato: le erbacce ricrescono velocemente se la radice non viene colpita.
  • Impatto ambientale: Usato in alte concentrazioni, acidifica il terreno e disturba la vita microbiana essenziale per la sua fertilità.

L’acido pelargonico (o acido nonanoico)

  • Origine: presente naturalmente in alcune piante come i gerani, ma anche prodotto industrialmente.
  • Azione: distrugge lo strato ceroso protettivo delle foglie, causandone la rapida disidratazione.
  • Vantaggio: agisce in poche ore, con un effetto visivo immediato.
  • Limite: distrugge solo le parti aeree della pianta, senza intaccare le radici profonde.
  • Impatto ambientale: può essere tossico per alcuni insetti utili e per gli organismi acquatici in caso di ruscellamento.

Il sale (cloruro di sodio)

  • Origine: minerale naturale, utilizzato fin dall’antichità per sterilizzare i terreni.
  • Azione: provoca la disidratazione delle cellule vegetali per osmosi.
  • Vantaggio: efficace su piante isolate o su zone pavimentate.
  • Limite: ad alte dosi, sterilizza il terreno in modo duraturo. Ciò impedisce qualsiasi ricrescita, anche delle piante desiderate!
  • Impatto ambientale: rischio di inquinamento delle falde acquifere e di degrado della struttura del suolo.

Il bicarbonato di sodio

  • Origine: minerale presente naturalmente in alcune rocce o prodotto industrialmente.
  • Azione: modifica il pH sulla superficie delle foglie, causandone l’essiccamento.
  • Vantaggio: economico e facile da usare per piccole superfici.
  • Limite: efficace solo su giovani germogli; inefficace su piante già sviluppate.
  • Impatto ambientale: ad alte dosi, squilibra il terreno influenzando la fauna microbica.

I macerati vegetali

  • Origine: macerazione di piante come l’ortica, la consolida o l’equiseto.
  • Azione: in alte concentrazioni, alcuni macerati possono agire come bruciatori di giovani germogli.
  • Vantaggio: utilizzo di sostanze naturali provenienti da piante, in formulazioni regolamentate e standardizzate.
  • Limite: la loro efficacia è molto variabile a seconda della pianta utilizzata, della formulazione e della pianta bersaglio.
  • Impatto ambientale: se dosati male, alcuni macerati (soprattutto di ortica) possono inquinare il terreno con nitrati e causare uno squilibrio della flora del suolo se usati in quantità eccessive.

Per quanto riguarda gli ingredienti naturali o di origine naturale, ciò che conta è comprenderne l’azione, usarli con cautela e privilegiare Soluzioni meccaniche o preventive ogni volta che è possibile!

Perché questi diserbanti cosiddetti "naturali" non sono sempre una buona soluzione?

Un’efficacia limitata e superficiale

  • La maggior parte degli erbicidi naturali agisce solo per contatto, bruciando le parti aeree visibili.
  • Le radici rimangono vive, il che significa che le erbacce possono ricrescere rapidamente, a volte in pochi giorni durante i periodi caldi e umidi.
  • Alcune piante perenni e molto resistenti (tarassaco – dente di leone, convolvoli…) vengono appena rallentate da questi trattamenti superficiali.
  • Le condizioni climatiche (pioggia, rugiada, sole intenso) possono ridurre rapidamente l’effetto di un erbicida naturale.
  • Alcune specie si adattano diventando più dense o cambiando forma per resistere alle aggressioni superficiali.

Risultato: interventi ripetuti necessari per mantenere uno spazio sgombro.

Rischi per la vita del suolo e la biodiversità

Anche se naturale, un erbicida rimane un prodotto in grado di perturbare gli ecosistemi:

  • Acidificazione del suolo per eccesso di acido acetico, che danneggia i batteri e i funghi benefici.
  • Squilibrio osmotico del suolo con l’uso di sale o di estratti vegetali concentrati in nutrienti.
  • Effetti tossici sugli insetti utili (come le api o gli ausiliari) se i prodotti dilavano o se le applicazioni non sono ben controllate.

Il suolo perde progressivamente la sua fertilità naturale, il che può portare a lungo termine a una dipendenza da ammendanti per correggere gli squilibri.

Anche se gli erbicidi naturali in commercio rappresentano un’alternativa ai prodotti chimici pesanti, non sono la soluzione miracolosa.
Rimangono strumenti da usare con moderazione, come complemento a una gestione più globale del giardino, basata sulla prevenzione, il diserbo manuale e la tolleranza verso un po’ di “selvatico” nei nostri giardini.

Alternative ancora più delicate al diserbo chimico... e persino naturali

Perché un giardino vivente non si riduce a “eliminare” ciò che ci disturba, esistono approcci ancora più rispettosi e sostenibili rispetto all’uso di diserbanti, anche quelli definiti “naturali”. Questi metodi mirano a lavorare con la natura, e non contro di essa.

Il diserbo termico

  • Principio: utilizzare un bruciatore termico (a gas o elettrico) per riscaldare molto brevemente le piante indesiderate.
  • Azione: lo shock termico fa esplodere le cellule vegetali; la pianta appassisce e muore in pochi giorni.
  • Vantaggio: niente prodotti chimici, nessun residuo nel terreno.
  • Limite: non uccide le radici profonde; sono necessari passaggi regolari.

La pacciamatura spessa e le piante coprisuolo

  • Pacciamatura spessa: installare 5-10 cm di pacciamatura (trucioli di legno, foglie, erba secca, paglia) per bloccare completamente la luce e limitare la germinazione delle erbacce.
  • Piante coprisuolo: coltivare piante tappezzanti come il trifoglio nano, la bugola strisciante, o la pervinca, che soffocano le infestanti abbellendo il terreno.
  • Vantaggio: terreno nutrito, protetto dall’erosione e visivamente più piacevole di una superficie nuda.
piante tappezzanti coprisuolo efficaci

La pervinca, la bugola strisciante e il trifoglio sono coprisuolo efficaci

Pensare a lungo termine: cambiare il nostro rapporto con le “erbacce”

È davvero necessario avere vialetti senza un filo d’erba? O un orto sempre perfettamente pulito? Un po’ di “selvatico” nel giardino porta nettare per gli impollinatori, rifugio per la microfauna, e limita l’erosione del suolo.

Fai un primo passo definendo zone libere dove le piante spontanee sono tollerate.

Soluzioni preventive

  • Zappettare spesso: un rapido passaggio di zappa sulle giovani piantine basta a prevenire l’insediamento delle erbacce.
  • Pianificare la densità di piantagione: un terreno ben coperto dalle coltivazioni lascia meno spazio alle infestanti.
  • Gestire i bordi: le zone di transizione (siepi, recinzioni) sono spesso le prime infestate. Mantenerle pulite o ben pacciamate rallenta l’invasione nel resto del giardino.

La migliore lotta contro le piante indesiderate è preventiva ed ecologica. Meno si aggredisce il terreno, meno diventa vulnerabile a invasioni massive di infestanti.
Coltivare un giardino vivente significa a volte accettare un po’ di imprevisto, ma anche favorire uno spazio più resiliente, più bello… e più rilassante.

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