Kalanchoe: coltivazione e cura

Kalanchoe: coltivazione e cura

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Modificato l'1 %  da Olivier 11 min.

Il kalanchoe in poche parole

  • Il kalanchoe è una succulenta facile da curare, ideale per gli interni grazie al fogliame carnoso e alla fioritura colorata.
  • Ama la luce, un substrato ben drenante e annaffiature moderate per evitare l’eccesso di umidità.
  • La sua moltiplicazione è semplice per talea o grazie alle piantine in alcune specie.
  • In ambito decorativo, si adatta a tutti gli stili, dal bohémien al moderno, a seconda della scelta del vaso.
  • Robusto, può però essere sensibile al marciume radicale in caso di scarso drenaggio.
Difficoltà

La parola del nostro esperto

Il kalanchoe, membro illustre della famiglia delle Crassulaceae, è una pianta grassa apprezzata per la facilità di cura e talvolta per la sua fioritura vivace. Originario delle regioni aride dell’Africa e del Madagascar, si adatta perfettamente alla coltivazione in interno grazie alle sue foglie carnose che immagazzinano acqua. Disponibile in un gran numero di specie e varietà, dal fogliame vellutato del Kalanchoe tomentosa alle ampie rosette del Kalanchoe thyrsiflora, affascina tanto per la sua estetica quanto per la sua robustezza. Ma quando si parla di “kalanchoe”, si pensa immediatamente al Kalanchoe blossfeldiana, la specie più popolare con i suoi fiori vivaci (rossi, rosa, gialli, arancioni…) e la sua fioritura di lunga durata.

Facile da coltivare, il kalanchoe apprezza un substrato ben drenante e un’esposizione luminosa, senza eccessi di umidità. Un’annaffiatura moderata, lasciando asciugare il terreno tra un apporto e l’altro, è sufficiente per garantirne la buona salute. Per stimolare la fioritura, in primavera e in estate si può aggiungere un fertilizzante adatto. Alcune specie si moltiplicano facilmente per talea o tramite le piantine che nascono sulle foglie, come nel caso del Kalanchoe daigremontiana.

Dal punto di vista decorativo, questa succulenta versatile si integra in tutti gli stili di interni, dal minimalista al bohémien. Un vaso in terracotta valorizzerà le sue tonalità naturali, mentre un contenitore in ceramica colorata aggiungerà un tocco contemporaneo.

Kalanchoe di Blossfeld a fioritura semidoppia rosa

La fioritura rosa e semidoppia di una varietà di Kalanchoe di Blossfeld.

Botanica e descrizione

Carta d'identità

  • Nome latino Kalanchoe sp.
  • Nome comune Kalanchoe, Kalanchoë
  • Fioritura da novembre a febbraio

I kalanchoe appartengono alla grande famiglia delle Crassulaceae, conosciuta per le sue piante grasse adattate ad ambienti aridi. Il loro nome generico, Kalanchoe, trova origine in una trascrizione latina di una parola cinese, probabilmente legata alla capacità di alcune specie di riprodursi spontaneamente per talea o attraverso le piantine che crescono sulle loro foglie.

In italiano, queste piante sono comunemente chiamate kalanchoe, ma anche fiori della fortuna o piante di Goethe, per l’interesse del poeta e scienziato tedesco verso il loro sorprendente modo di riproduzione. Nel loro ambiente naturale, si sviluppano principalmente nelle regioni calde e secche dell’Africa e del Madagascar, così come in alcune parti dell’Asia. La loro capacità di immagazzinare acqua nelle foglie carnose e la resistenza alle condizioni di siccità le rendono campionesse di adattamento.

Se sono così popolari come piante d’appartamento, è soprattutto grazie alla loro fioritura abbondante e colorata che può durare diverse settimane, in particolare nel Kalanchoe blossfeldiana o kalanchoe di Blossfeld, la specie più diffusa nei garden center e disponibile in vari colori di fiori (rosso, arancione, giallo, bianco, viola…) e talvolta anche doppi. La loro facilità di cura gioca anche un ruolo chiave: i kalanchoe tollerano le dimenticanze di irrigazione e prosperano in ambienti luminosi senza richiedere troppe attenzioni.

varietà di kalanchoe di Blossfeld in diversi colori

Il kalanchoe classico, detto di Blossfeld, è disponibile in diversi colori.

Tra le specie e varietà più apprezzate in coltivazione, troviamo il Kalanchoe beharensis ‘Oak Leaf’, dal fogliame spettacolare che ricorda foglie di Querce vellutate, e il Kalanchoe beharensis ‘Fang’, riconoscibile per le foglie dentate ornate da piccole escrescenze. Il Kalanchoe marmorata, con le sue grandi foglie marmorizzate, aggiunge un tocco grafico agli interni, mentre il Kalanchoe oricula affascina per le foglie spesse a forma di orecchio arrotondato. Il Kalanchoe thyrsiflora, a volte confuso con il Kalanchoe luciae, si distingue per le rosette di foglie larghe con bordi rossi, che assumono tonalità spettacolari sotto una luce intensa.

Lo sapevi? : il nome Bryophyllum era un tempo utilizzato per designare alcune specie di Kalanchoe, in particolare quelle capaci di produrre piantine sui bordi delle foglie, come il Kalanchoe daigremontiana o il Kalanchoe pinnata. Questo nome deriva dal greco bryo (germogliare) e phyllon (foglia), in riferimento a questa capacità unica di riproduzione vegetativa. Oggi, i botanisti hanno integrato queste specie nel genere Kalanchoe, sebbene l’antica denominazione sia ancora utilizzata da alcuni coltivatori.

Giovani piantine che si sviluppano sul bordo di una foglia di Kalanchoe daigremontiana

Giovani piantine che si sviluppano sul bordo di una foglia di Kalanchoe daigremontiana

I kalanchoe presentano una grande diversità morfologica, che va da piccole piante erbacee a veri e propri arbusti succulenti. Il loro portamento varia a seconda delle specie: alcuni, come il Kalanchoe thyrsiflora, adottano una forma a rosetta compatta con foglie spesse disposte a spirale, mentre altri, come il Kalanchoe beharensis (come la varietà ‘Subnuda’), possono raggiungere diversi metri di altezza con un portamento più eretto e ramificato.

L’apparato radicale è generalmente poco profondo, adatto a substrati drenanti e poveri del loro habitat naturale. Queste radici fibrose e relativamente fragili permettono loro di assorbire rapidamente l’acqua dopo le rare piogge, ma le rendono sensibili agli eccessi di umidità. In alcune specie, come il Kalanchoe pinnata, possono comparire radici avventizie anche su steli e foglie cadute a terra, facilitandone la propagazione.

Il tronco, quando presente, è spesso legnoso alla base e diventa più succulento verso le estremità. I rami, quando esistono, sono carnosi e fragili, come nel Kalanchoe tomentosa, una specie dal portamento cespuglioso i cui steli si lignificano con l’età. Nelle forme arbustive come il Kalanchoe beharensis, i fusti spessi immagazzinano acqua e presentano talvolta un aspetto nodoso con una corteccia che si sfalda leggermente.

Primo piano sul fogliame lanuginoso di un Kalanchoe tomentosa

Si nota bene il fogliame lanuginoso su questo Kalanchoe tomentosa

Il fogliame è generalmente carnoso, ricoperto da una cuticola spessa che limita l’evaporazione, e assume forme molto varie. Il Kalanchoe tomentosa, per esempio, ha foglie allungate e vellutate coperte da una fitta peluria argentata, con bordi ornati da piccole macchie marroni. Al contrario, il Kalanchoe daigremontiana produce foglie lanceolate con bordi dentati, dove si formano numerose piantine capaci di staccarsi e radicarsi.

La fioritura dei kalanchoe è spettacolare e prolungata, spesso invernale o primaverile, con infiorescenze a pannocchia o a cima. Il Kalanchoe blossfeldiana, il più conosciuto, è particolarmente apprezzato per i suoi piccoli fiori in densi mazzetti, mentre il Kalanchoe thyrsiflora sviluppa un’alta spiga floreale che porta fiori giallastri a forma di urna.

Da notare che il Kalanchoe di Blossfeld ha bisogno di giorni corti per fiorire, ecco perché nei nostri interni fiorisce piuttosto in inverno. Ma, i coltivatori li sottopongono a giorni corti artificialmente per poter vendere piante fiorite tutto l’anno.

Dopo la fioritura, la fruttificazione è relativamente discreta. I frutti sono capsule contenenti semi molto fini, dispersi dal vento o dall’acqua. Tuttavia, la maggior parte dei kalanchoe sono soprattutto moltiplicati per talea o attraverso le piantine che si sviluppano sulle loro foglie, come avviene nelle specie del sottogenere Bryophyllum (vedi sopra), facilitando così la loro rapida propagazione in natura e in coltivazione.

Attenzione! : Tutti i kalanchoe sono tossici, in particolare per gli animali. Possono provocare intossicazioni che colpiscono il sistema nervoso e muscolare. Le sostanze responsabili, chiamate bufadienolidi, appartengono alla stessa famiglia delle cardenolidi, composti steroidei con effetti cardiotonici.

Quando e come piantare un kalanchoé in vaso?

Quando piantare un kalanchoé?

Il momento migliore per piantare un kalanchoé è in primavera, quando la pianta entra nel periodo di crescita attiva. È possibile piantarlo anche in estate, ma bisognerà evitare i periodi di caldo intenso che potrebbero stressare la pianta subito dopo il rinvaso.

Dove posizionare un kalanchoé?

Il kalanchoé è una pianta che ama la luce. Deve essere collocato in un luogo luminoso, idealmente vicino a una finestra esposta a sud o ovest. Tuttavia, in estate, l’esposizione diretta ai raggi solari nelle ore centrali della giornata può bruciare le foglie, soprattutto nelle specie con fogliame vellutato come Kalanchoe tomentosa. In inverno, è consigliata un’esposizione più diretta per compensare la mancanza di luce.

Per quanto riguarda la temperatura, il kalanchoé preferisce un ambiente compreso tra 15 e 25 °C. Può sopportare occasionalmente temperature più basse (fino a 10 °C), ma al di sotto, la sua crescita rallenta notevolmente e potrebbe soffrire. È molto sensibile al gelo, motivo per cui viene coltivato come pianta d’appartamento nelle regioni con inverni freddi.

L’umidità ambientale deve essere moderata. Un ambiente troppo umido favorisce lo sviluppo di malattie fungine e il marciume radicale. È meglio evitare di posizionare il vaso in un bagno o vicino a un umidificatore.

Kalanchoe blossfeldiana con fiori gialli in vaso

Un luogo luminoso e caldo è sufficiente per la felicità dei kalanchoé

Quale vaso scegliere?

Il vaso deve essere:

  • Forato sul fondo per garantire un buon drenaggio ed evitare l’accumulo d’acqua.
  • Di diametro leggermente superiore a quello del pane radicale (circa 2-3 cm in più), perché un vaso troppo grande trattiene troppa umidità.
  • Preferibilmente in terracotta, perché questo materiale poroso favorisce l’evaporazione dell’acqua e riduce il rischio di marciume. Un vaso di plastica può andare bene, ma bisognerà prestare più attenzione all’annaffiatura.

Quale substrato utilizzare?

Il kalanchoé ha bisogno di un substrato ben drenante. Una miscela ideale sarebbe:

  • 2/3 di terriccio per cactus e succulente, o un terriccio universale alleggerito.
  • 1/3 di sabbia grossolana o perlite, per migliorare ulteriormente il drenaggio.
  • Qualche pallina di argilla o ghiaia sul fondo del vaso per evitare il ristagno d’acqua.

Come piantare un kalanchoé in vaso?

  1. Riempire il vaso con il substrato: versare il terriccio lasciando uno spazio sufficiente per accogliere il pane radicale.
  2. Svasare delicatamente la pianta: picchiettare dolcemente le pareti del vaso originale per liberare le radici senza romperle. Se sono troppo compresse, districarle leggermente con le dita.
  3. Posizionare il kalanchoé al centro del nuovo vaso: regolare l’altezza in modo che la base delle foglie rimanga appena sopra il substrato.
  4. Completare con terriccio: riempire attorno al pane radicale senza comprimere troppo per permettere la circolazione dell’aria.
  5. Annaffiare leggermente: inumidire il substrato con un annaffiatoio a becco stretto, senza inzuppare la terra. La prima annaffiatura deve essere moderata, perché le radici devono adattarsi al nuovo ambiente.
  6. Collocare la pianta nella sua posizione definitiva: in un luogo luminoso, ma senza luce solare diretta intensa nei primi giorni.

Il rinvaso del kalanchoé

Un kalanchoé va rinvasato ogni 2-3 anni, in primavera, quando le radici riempiono completamente il vaso o la pianta sembra meno vigorosa. Il processo è simile alla piantumazione iniziale, avendo cura di scegliere un vaso leggermente più grande e un substrato fresco. Se la pianta diventa troppo grande e sbilanciata, è anche l’occasione per potarla leggermente per ridarle una forma armoniosa.

Coltivazione e cura del kalanchoe

I kalanchoé sono piante facili da curare, purché si rispettino le loro esigenze specifiche in termini di irrigazione, concimazione ed esposizione. La loro natura succulenta permette loro di resistere alle dimenticanze nell’irrigazione, ma alcune precauzioni sono necessarie per mantenerle in salute e prolungarne la fioritura.

Irrigazione: trovare il giusto equilibrio

Il kalanchoé ha bisogno di un’irrigazione moderata, poiché le sue foglie carnose immagazzinano acqua. La regola d’oro è lasciare asciugare il substrato in profondità tra un’irrigazione e l’altra. Durante il periodo di crescita (primavera-estate), un’irrigazione ogni 10-15 giorni è sufficiente, mentre in inverno può essere ridotta a una volta al mese.

L’irrigazione deve sempre avvenire alla base della pianta, evitando di bagnare le foglie per prevenire malattie fungine. L’acqua stagnante è il nemico del kalanchoé: è quindi necessario svuotare il sottovaso dopo ogni irrigazione e non lasciare mai acqua sul fondo del vaso. In caso di dubbio, è meglio irrigare poco che troppo.

Concimazione: stimolare crescita e fioritura

Per stimolare la fioritura e la crescita, è consigliabile un leggero apporto di concime. Durante la primavera e l’estate, è possibile aggiungere un concime liquido per piante fiorite (diluito a metà dose in questo caso) o piante grasse ogni 3-4 settimane. In autunno e in inverno, la concimazione deve essere sospesa per permettere alla pianta di entrare in riposo vegetativo.

Attenzione, un eccesso di concime può danneggiare la pianta! È quindi preferibile utilizzare un fertilizzante povero di azoto (N) ma ricco di fosforo (P) e potassio (K) per favorire una bella fioritura.

Potatura: un gesto facoltativo, ma a volte utile

La potatura non è indispensabile per un kalanchoé, ma può essere benefica per stimolare una nuova fioritura e mantenere una forma compatta. Dopo la fioritura, puoi tagliare gli steli fioriti appassiti per evitare che la pianta sprechi inutilmente energia nella formazione di semi.

Se la pianta diventa troppo grande o spoglia alla base, è possibile cimarla (tagliare le estremità dei fusti) per favorire la ramificazione e ottenere un portamento più denso. Alcune specie, come Kalanchoe tomentosa o Kalanchoe beharensis, hanno naturalmente un portamento cespuglioso e non necessitano di potature regolari.

Precauzioni per evitare problemi

  • Attenzione all’eccesso di umidità: È la principale causa di morte dei kalanchoé. Un substrato troppo umido può causare marciume radicale e malattie fungine.
  • Evitare il sole diretto e intenso: Un’esposizione troppo diretta in estate può provocare bruciature sulle foglie, soprattutto nelle varietà con fogliame vellutato come Kalanchoe tomentosa.
  • Proteggere da correnti d’aria e freddo: Una temperatura inferiore a 10°C può rallentare notevolmente la crescita e causare ingiallimento del fogliame.
Rinvaso di un kalanchoé

Il classico kalanchoé è una pianta facile, ideale per i principianti

Parassiti e malattie eventuali del Kalanchoe

I parassiti più comuni

  • Le cocciniglie farinose: questi piccoli parassiti bianchi e cotonosi si attaccano agli steli e alla pagina inferiore delle foglie, nutrendosi della linfa e indebolendo la pianta. Compaiono spesso in caso di aria troppo secca. Per eliminarle, puoi rimuoverle manualmente con un batuffolo imbevuto di alcol a 70° o spruzzare una soluzione di sapone nero diluito in acqua.
  • Gli afidi: meno comuni, attaccano i giovani germogli e i boccioli fiorali, deformandoli e impedendo la fioritura. Un getto d’acqua potente o un trattamento con sapone nero sono generalmente sufficienti per eliminarli.
  • I ragnetti rossi: questi acari microscopici proliferano con il caldo e l’aria secca, lasciando un fogliame grigiastro e a volte sottili ragnatele. Aumentare l’umidità ambientale e vaporizzare acqua sulle foglie (senza esagerare) può limitarne la comparsa. In caso di infestazione, un trattamento con macerato d’ortica o sapone nero è efficace.

Le malattie più frequenti

  • Il marciume radicale: è il problema più comune, causato da un eccesso di irrigazione o da un cattivo drenaggio. Le foglie diventano molli, ingialliscono e alla fine cadono. L’unica soluzione è interrompere le annaffiature, rinvasare la pianta in un substrato asciutto e ben drenato, e tagliare le radici colpite se necessario.
  • L’oidio: questa malattia fungina si manifesta con una patina bianca e polverosa sulle foglie, dovuta a un’eccessiva umidità e mancanza di aerazione. Bisogna isolare la pianta e trattarla con un fungicida naturale come latte diluito.
  • Le macchie fogliari: possono essere causate da funghi o batteri, spesso legate a schizzi d’acqua sul fogliame. Evita di annaffiare dall’alto e rimuovi le foglie colpite.

Mantenendo una buona ventilazione, evitando l’eccesso di umidità e controllando regolarmente lo stato delle foglie, si riducono notevolmente i rischi di attacchi parassitari e malattie nei kalanchoe.

Come moltiplicare i kalanchoe?

I kalanchoe si moltiplicano facilmente e offrono diverse tecniche per ottenere nuove piante. A seconda della specie, puoi utilizzare la talea di fusto o di foglia, la divisione dei polloni o la propagazione tramite piantine, una caratteristica specifica di alcune varietà come Kalanchoe daigremontiana.

La talea di fusto: il metodo più semplice ed efficace

La talea è la tecnica più utilizzata per moltiplicare un kalanchoe, in particolare per specie come Kalanchoe blossfeldiana, Kalanchoe tomentosa o Kalanchoe beharensis.

  1. Prelevare una talea: scegli un fusto sano, non fiorito, e taglia un segmento di 5-10 cm con un paio di forbici pulite e ben affilate.
  2. Far cicatrizzare: lascia asciugare la talea per 24-48 ore in un luogo asciutto e ombreggiato. Questo passaggio è essenziale per evitare marciumi una volta interrata.
  3. Piantare la talea: riempi un vaso piccolo con un substrato leggero e drenante (miscela di terriccio per cactus e perlite/sabbia) e pianta la talea, facendo penetrare leggermente la base nel terreno.
  4. Innaffiare leggermente: bagna leggermente il terreno senza inzupparlo. Per le prime settimane, tieni la pianta in un luogo luminoso ma senza sole diretto.
  5. Osservare l’attecchimento: in 2-3 settimane dovrebbero comparire le radici. Una volta ben radicato, il kalanchoe può essere trattato come una pianta adulta.

La talea di foglia: un metodo più lento ma interessante

Alcune specie, come Kalanchoe tomentosa o Kalanchoe thyrsiflora, possono essere moltiplicate tramite talea di foglia. Basta staccare una foglia sana, lasciarla asciugare qualche giorno, poi appoggiarla su un substrato drenante leggermente umido. Piccole radici e una nuova rosetta appariranno alla base della foglia in poche settimane.

La divisione dei polloni: per le specie che emettono stoloni

Alcune varietà, come Kalanchoe thyrsiflora, producono polloni alla base della pianta madre. Questi possono essere separati con cura e ripiantati singolarmente.

  1. Dissotterrare delicatamente la pianta madre e individuare i polloni che hanno già radici.
  2. Separare il pollone tagliando con un coltello sterilizzato.
  3. Ripiantare in un substrato drenante e innaffiare leggermente.

La moltiplicazione per piantine: una peculiarità dei Bryophyllum

Le specie precedentemente classificate nel genere Bryophyllum (oggi diventato un sottogenere), come Kalanchoe daigremontiana o Kalanchoe pinnata, si riproducono autonomamente grazie alle piccole piantine che crescono sui bordi delle foglie. Queste mini-piante cadono naturalmente e radicano da sole nel terreno. Per accelerare la propagazione, puoi raccogliere queste piantine e ripiantarle direttamente in un vaso con substrato leggero.

Piantina di Kalanchoe daigremontiana e talea di kalanchoe

A sinistra: le giovani piantine di Kalanchoe daigremontiana cadono sul substrato e radicano. A destra: una giovane talea di kalanchoe appena radicata.

Come valorizzare un kalanchoé nei nostri interni?

I kalanchoé si integrano facilmente in molti stili di interni. Inoltre, la loro capacità di adattarsi agli ambienti luminosi e la facilità di manutenzione li rendono piante ideali per un soggiorno, una camera da letto o persino un ufficio.

In quale tipo di interno i kalanchoé si trovano bene?

  • Stile moderno e minimalista: con le loro forme scultoree e i colori vivaci, i kalanchoé si abbinano bene a interni essenziali con linee dritte e tonalità neutre. Un Kalanchoe thyrsiflora, con le sue ampie foglie dai bordi rossi, sarà perfetto su una mensola in legno chiaro o una scrivania bianca.
  • Atmosfera bohémien e naturale: per un interno accogliente con materiali grezzi (rattan, legno, lino), i kalanchoé, in particolare Kalanchoe beharensis, creano una bella armonia con il loro fogliaggio vellutato e le forme atipiche. Posizionati su un tavolino basso in legno o appesi a un macramè, accentuano il lato naturale e rilassato della decorazione.
  • Decorazione vintage o industriale: in un interno con influenze retrò o industriali, un kalanchoé in vaso invecchiato, in terracotta o metallo patinato, aggiungerà un tocco vegetale mantenendo un’estetica grezza. Un Kalanchoe tomentosa, con il suo fogliaggio soffice dai bordi marrone cioccolato, avrà un bell’effetto posato su una mensola in metallo o un buffet in legno scuro.
  • Atmosfera tropicale o esotica: abbinare un kalanchoé ad altre piante come monsteras, palme o filodendri permette di ricreare una mini-giungla d’interni. Varietà come Kalanchoe marmorata, con le foglie marmorizzate, o Kalanchoe oricula, dal portamento compatto, si integrano perfettamente in un décor vegetale lussureggiante. Puoi anche abbinare i kalanchoé con piante che richiedono le stesse cure: agavi, haworthie, aloe, crassule…

Quale vaso scegliere per valorizzarlo?

La scelta del vaso influenza fortemente l’estetica del kalanchoé. A seconda dello stile ricercato:

  • In terracotta grezza: ideale per un effetto autentico e naturale, questo materiale valorizza i kalanchoé regolando al contempo l’umidità del substrato. Si adatta perfettamente a interni bohémien o mediterranei.
  • In ceramica colorata o testurizzata: per dinamizzare uno spazio moderno o pop, un vaso con tonalità vivaci (giallo, rosso, blu) o motivi grafici esalterà la bellezza dei fiori colorati del Kalanchoe blossfeldiana.
  • In vimini o fibra naturale: per un effetto accogliente e caldo, un coprivaso in rattan o giacinto d’acqua aggiunge un tocco bohémien, ideale per accompagnare i kalanchoé dalle forme morbide come Kalanchoe tomentosa.

Composizione di kalanchoé in vaso e altre piante grasse

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