
Kalanchoe: coltivazione e cura
Contenuto
Il kalanchoé in poche parole
- Il kalanchoé è una pianta grassa facile da curare, ideale per gli interni grazie al suo fogliame carnoso e alla fioritura colorata.
- Ama la luce, un substrato ben drenante e annaffiature moderate per evitare l’eccesso di umidità.
- La sua moltiplicazione è semplice per talea o grazie alle piantine in alcune specie.
- Dal punto di vista decorativo, si adatta a tutti gli stili, dal bohémien al moderno, a seconda della scelta del vaso.
- Robusto, può tuttavia essere sensibile al marciume radicale in caso di cattivo drenaggio.
La parola del nostro esperto
Il kalanchoé, membro illustre della famiglia delle Crassulaceae, è una pianta grassa apprezzata per la sua facilità di cura e talvolta per la sua fioritura vivace. Originario delle regioni aride dell’Africa e del Madagascar, si adatta perfettamente alla coltivazione in interni grazie alle sue foglie carnose che immagazzinano acqua. Disponibile in un gran numero di specie e varietà, dal fogliame vellutato del Kalanchoe tomentosa alle ampie rosette del Kalanchoe thyrsiflora, conquista sia per la sua estetica che per la sua robustezza. Ma quando si parla di “kalanchoé”, si pensa immediatamente al Kalanchoe blossfeldiana, la specie più popolare con i suoi fiori vivaci (rossi, rosa, gialli, arancioni…) e la sua fioritura di lunga durata.
Facile da coltivare, il kalanchoé apprezza un substrato ben drenante e un’esposizione luminosa, senza eccessi di umidità. Un’annaffiatura moderata, lasciando asciugare il terreno tra un apporto e l’altro, è sufficiente per garantirne la buona salute. Per stimolare la fioritura, può essere aggiunto un fertilizzante adatto in primavera e in estate. Alcune specie si moltiplicano facilmente per talea o attraverso le piantine che nascono sulle foglie, come nel caso del Kalanchoe daigremontiana.
Dal punto di vista decorativo, questa succulenta versatile si integra in tutti gli stili di interni, dal minimalista al bohémien. Un vaso in terracotta valorizzerà le sue tonalità naturali, mentre un contenitore in ceramica colorata aggiungerà un tocco contemporaneo.

La fioritura rosa e semidoppia di una varietà di Kalanchoé di Blossfeld.
Botanica e descrizione
Carta d'identità
- Nome latino Kalanchoe sp.
- Nome comune Calancola, Kalanchoe
- Fioritura da novembre a febbraio
Le calancola appartiene alla grande famiglia delle Crassulaceae, nota per le sue piante grasse adattate agli ambienti aridi. Il nome del genere, Kalanchoe, ha origine da una trascrizione latina di una parola cinese, probabilmente legata alla capacità di alcune specie di riprodursi spontaneamente per talea o attraverso le piantine che crescono sulle loro foglie.
In italiano, queste piante sono comunemente chiamate calancola, ma anche fiori della fortuna o piante di Goethe, per l’interesse del poeta e scienziato tedesco verso il loro sorprendente modo di riproduzione. Nel loro ambiente naturale, si sviluppano principalmente nelle regioni calde e secche dell’Africa e del Madagascar, così come in alcune parti dell’Asia. La loro capacità di immagazzinare acqua nelle foglie carnose e la resistenza alle condizioni di siccità le rendono campionesse di adattamento.
Se sono così popolari come piante da interno, è soprattutto grazie alla loro fioritura abbondante e colorata che può durare diverse settimane, in particolare nel caso del Kalanchoe blossfeldiana o calancola di Blossfeld, la specie più diffusa nei garden center e disponibile in vari colori di fiori (rosso, arancione, giallo, bianco, viola…) e persino a volte doppi. Anche la facilità di cura gioca un ruolo chiave: le calancola tollerano le dimenticanze di irrigazione e si adattano bene a ambienti luminosi senza richiedere troppe attenzioni.

La calancola classica, detta di Blossfeld, è disponibile in diversi colori.
Tra le specie e varietà più apprezzate in coltivazione, troviamo il Kalanchoe beharensis ‘Oak Leaf’, con un fogliaggio spettacolare che ricorda foglie di quercia vellutate, e il Kalanchoe beharensis ‘Fang’, riconoscibile per le foglie dentellate ornate di piccole escrescenze. Il Kalanchoe marmorata, con le sue grandi foglie marmorizzate, aggiunge un tocco grafico agli interni, mentre il Kalanchoe oricula affascina per le foglie spesse a forma di orecchio arrotondato. Il Kalanchoe thyrsiflora, a volte confuso con il Kalanchoe luciae, si distingue per le rosette di foglie larghe con bordi rossi, che assumono tonalità spettacolari sotto una luce intensa.
Lo sapevi?: il nome Bryophyllum era un tempo utilizzato per indicare alcune specie di Kalanchoe, in particolare quelle capaci di produrre piantine sui bordi delle foglie, come il Kalanchoe daigremontiana o il Kalanchoe pinnata. Questo nome deriva dal greco bryo (germogliare) e phyllon (foglia), in riferimento a questa unica capacità di riproduzione vegetativa. Oggi, i botanici hanno integrato queste specie nel genere Kalanchoe, anche se l’antica denominazione rimane ancora in uso presso alcuni coltivatori.

Giovani piantine che si sviluppano sul bordo di una foglia di Kalanchoe daigremontiana
Le calancola presentano una grande diversità morfologica, che va da piccole piante erbacee a veri e propri arbusti succulenti. Il loro portamento varia a seconda delle specie: alcune, come il Kalanchoe thyrsiflora, assumono una forma a rosetta compatta con foglie spesse disposte a spirale, mentre altre, come il Kalanchoe beharensis (come la varietà ‘Subnuda’), possono raggiungere diversi metri di altezza con un portamento più eretto e ramificato.
Il sistema radicale è generalmente poco profondo, adatto ai terreni drenanti e poveri del loro habitat naturale. Queste radici fibrose e relativamente fragili permettono loro di assorbire rapidamente l’acqua dopo le rare piogge, ma le rendono sensibili agli eccessi di umidità. In alcune specie, come il Kalanchoe pinnata, possono persino comparire radici avventizie su steli e foglie cadute a terra, facilitando la loro propagazione.
Il tronco, quando presente, è spesso legnoso alla base e diventa più succulento verso le estremità. I rami, quando esistono, sono carnosi e fragili, come nel caso del Kalanchoe tomentosa, una specie dal portamento cespuglioso i cui steli si lignificano con l’età. Nelle forme arbustive come il Kalanchoe beharensis, i fusti spessi immagazzinano acqua e presentano talvolta un aspetto nodoso con una corteccia che si sfalda leggermente.

Si nota bene il fogliame vellutato su questo Kalanchoe tomentosa
Il fogliame è generalmente carnoso, ricoperto da una cuticola spessa che limita l’evaporazione, e assume forme molto variabili. Il Kalanchoe tomentosa, ad esempio, ha foglie allungate e vellutate coperte da una fitta peluria argentata, con bordi ornati da piccole macchie marroni. Al contrario, il Kalanchoe daigremontiana produce foglie lanceolate con bordi dentati, dove si formano numerose piantine capaci di staccarsi e radicarsi.
La fioritura delle calancola è spettacolare e prolungata, spesso invernale o primaverile, con infiorescenze a pannocchia o a cima. Il Kalanchoe blossfeldiana, il più conosciuto, è particolarmente apprezzato per i suoi piccoli fiori in densi mazzi, mentre il Kalanchoe thyrsiflora sviluppa un’alta spiga floreale con fiori giallastri a forma di urna.
Da notare che la calancola di Blossfeld ha bisogno di giorni corti per fiorire, motivo per cui nei nostri interni fiorisce soprattutto in inverno. Tuttavia, i coltivatori le sottopongono a giorni corti artificialmente per poter vendere piante fiorite tutto l’anno.
Dopo la fioritura, la fruttificazione è relativamente discreta. I frutti sono capsule contenenti semi molto fini, dispersi dal vento o dall’acqua. Tuttavia, la maggior parte delle calancola si moltiplica soprattutto per talea o attraverso le piantine che si sviluppano sulle foglie, come avviene nelle specie del sottogenere Bryophyllum (vedi sopra), facilitando così la loro rapida propagazione in natura e in coltivazione.
Attenzione! Tutte le calancola sono tossiche, in particolare per gli animali. Possono provocare intossicazioni che colpiscono il sistema nervoso e muscolare. Le sostanze responsabili, chiamate bufadienolidi, appartengono alla stessa famiglia delle cardenolidi, composti steroidei con effetti cardiotonici.
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Talea di cactus e piante grasse**Quando e come piantare un kalanchoé in vaso?** Il kalanchoé è una pianta succulenta apprezzata per la sua facilità di coltivazione e le sue fioriture colorate. Ecco alcuni consigli per piantarlo correttamente in vaso. ### **Quando piantare il kalanchoé?** - **Periodo ideale**: La primavera è il momento migliore per piantare il kalanchoé, quando le temperature sono miti e la pianta può adattarsi più facilmente. - **Evitare l'inverno**: Se vivi in una zona con inverni rigidi, evita di piantare il kalanchoé durante questa stagione, poiché è sensibile al freddo. ### **Come piantare il kalanchoé in vaso?** 1. **Scegli il vaso giusto**: Opta per un vaso con fori di drenaggio per evitare ristagni d'acqua. Le dimensioni dovrebbero essere leggermente più grandi della zolla della pianta. 2. **Prepara il terriccio**: Utilizza un substrato leggero e ben drenante, come un mix per piante grasse o cactus. 3. **Posiziona la pianta**: Metti il kalanchoé nel vaso e riempi con il terriccio, premendo leggermente per stabilizzarlo. 4. **Annaffia moderatamente**: Dopo la piantagione, innaffia leggermente e lascia asciugare il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. 5. **Posizione luminosa**: Colloca il vaso in un luogo luminoso ma protetto dalla luce diretta del sole nelle ore più calde. Con queste semplici accortezze, il tuo kalanchoé crescerà rigoglioso e regalerà splendide fioriture!
Quando piantare un kalanchoé?
Il momento migliore per piantare un kalanchoé è in primavera, quando la pianta entra in un periodo di crescita attiva. È possibile piantarlo anche in estate, ma bisognerà evitare i periodi di caldo intenso che potrebbero stressare la pianta subito dopo il trapianto.
Dove posizionare un kalanchoé?
Il kalanchoé è una pianta che ama la luce. Deve essere posizionato in un luogo luminoso, idealmente vicino a una finestra esposta a sud o ovest. Tuttavia, in estate, l’esposizione diretta ai raggi del sole a mezzogiorno può bruciare le foglie, soprattutto nelle specie con fogliame vellutato come Kalanchoe tomentosa. In inverno, un’esposizione più diretta è consigliata per compensare la mancanza di luce.
Per quanto riguarda la temperatura, il kalanchoé preferisce un ambiente compreso tra 15 e 25 °C. Può sopportare occasionalmente temperature più basse (fino a 10 °C), ma al di sotto di questa soglia, la sua crescita rallenta notevolmente e potrebbe soffrire. È molto sensibile al gelo, motivo per cui viene coltivato come pianta d’appartamento nelle regioni con inverni freddi.
L’umidità ambientale deve essere moderata. Un ambiente troppo umido favorisce lo sviluppo di malattie fungine e il marciume radicale. È meglio evitare di posizionare il vaso in un bagno o vicino a un umidificatore.

Un luogo luminoso e caldo è sufficiente per la felicità dei kalanchoé
Quale vaso scegliere?
Il vaso deve essere:
- Forato sul fondo per garantire un buon drenaggio ed evitare l’accumulo di acqua.
- Di diametro leggermente superiore a quello del pane radicale (circa 2-3 cm in più), perché un vaso troppo grande trattiene troppa umidità.
- Preferibilmente in terracotta, perché questo materiale poroso favorisce l’evaporazione dell’acqua e riduce il rischio di marciume. Un vaso di plastica può andare bene, ma bisognerà prestare più attenzione all’annaffiatura.
Quale substrato utilizzare?
Il kalanchoé ha bisogno di un substrato ben drenante. Una miscela ideale sarebbe:
- 2/3 di terriccio per cactus e succulente, o un terriccio universale alleggerito.
- 1/3 di sabbia grossolana o perlite, per migliorare ulteriormente il drenaggio.
- Qualche pallina di argilla o ghiaia sul fondo del vaso per evitare il ristagno d’acqua.
Come piantare un kalanchoé in vaso?
- Riempire il vaso con il substrato: versare il terriccio lasciando uno spazio sufficiente per accogliere il pane radicale.
- Svasare delicatamente la pianta: picchiettare leggermente le pareti del vaso originale per liberare le radici senza romperle. Se sono troppo compresse, districarle leggermente con le dita.
- Posizionare il kalanchoé al centro del nuovo vaso: regolare l’altezza in modo che la base delle foglie rimanga appena sopra il substrato.
- Completare con il terriccio: riempire intorno al pane radicale senza comprimere troppo per permettere la circolazione dell’aria.
- Annaffiare leggermente: inumidire il substrato con un annaffiatoio a becco fine, senza inzuppare la terra. La prima annaffiatura deve essere moderata, perché le radici devono adattarsi al nuovo ambiente.
- Posizionare la pianta nella sua collocazione definitiva: in un luogo luminoso, ma senza luce solare diretta intensa nei primi giorni.
Il rinvaso del kalanchoé
Un kalanchoé deve essere rinvasato ogni 2-3 anni, in primavera, quando le radici riempiono completamente il vaso o la pianta sembra meno vigorosa. Il processo è simile alla piantumazione iniziale, avendo cura di scegliere un vaso leggermente più grande e un substrato fresco. Se la pianta diventa troppo grande e sbilanciata, è anche l’occasione per potarla leggermente e ridarle una forma armoniosa.
Cultura e cura del kalanchoé
I kalanchoé sono piante facili da curare, purché si rispettino le loro esigenze specifiche in termini di irrigazione, fertilizzazione ed esposizione. La loro natura succulenta permette loro di resistere alle dimenticanze di irrigazione, ma alcune precauzioni sono necessarie per mantenerle in salute e prolungarne la fioritura.
Irrigazione: trovare il giusto equilibrio
Il kalanchoé ha bisogno di un’irrigazione moderata, poiché le sue foglie carnose immagazzinano acqua. La regola d’oro è lasciare asciugare il substrato in profondità tra un’irrigazione e l’altra. Durante il periodo di crescita (primavera-estate), un’irrigazione ogni 10-15 giorni è sufficiente, mentre in inverno può essere ridotta a una volta al mese.
L’irrigazione deve sempre avvenire alla base della pianta, evitando di bagnare le foglie per prevenire malattie fungine. L’acqua stagnante è il nemico del kalanchoé: è quindi necessario svuotare il sottovaso dopo ogni irrigazione e non lasciare mai acqua sul fondo del vaso. In caso di dubbio, è meglio irrigare meno che troppo.
Fertilizzazione: stimolare crescita e fioritura
Per stimolare la fioritura e la crescita, è consigliato un leggero apporto di fertilizzante. Durante la primavera e l’estate, è possibile aggiungere un concime liquido per piante fiorite (diluito a metà dose in questo caso) o cactacee ogni 3-4 settimane. In autunno e in inverno, la fertilizzazione deve essere interrotta per permettere alla pianta di entrare in riposo.
Attenzione, un eccesso di fertilizzante può danneggiare la pianta! È quindi preferibile utilizzare un fertilizzante povero di azoto (N) ma ricco di fosforo (P) e potassio (K) per sostenere una bella fioritura.
Potatura: un gesto facoltativo, ma a volte utile
La potatura non è indispensabile per un kalanchoé, ma può essere benefica per stimolare una nuova fioritura e mantenere una forma compatta. Dopo la fioritura, puoi tagliare gli steli fioriti appassiti per evitare che la pianta sprechi inutilmente energia nella formazione di semi.
Se la pianta diventa troppo grande o spoglia alla base, è possibile cimarla (tagliare le estremità degli steli) per incoraggiare la ramificazione e ottenere un portamento più denso. Alcune specie, come Kalanchoe tomentosa o Kalanchoe beharensis, hanno naturalmente un portamento cespuglioso e non necessitano di potature regolari.
Precauzioni per evitare problemi
- Attenzione all’eccesso di umidità: È la principale causa di mortalità dei kalanchoé. Un substrato troppo umido può causare marciume radicale e malattie fungine.
- Evitare il sole diretto e intenso: Un’esposizione troppo diretta in estate può provocare bruciature sulle foglie, specialmente nelle varietà con fogliame vellutato come Kalanchoe tomentosa.
- Proteggere da correnti d’aria e freddo: Una temperatura inferiore a 10°C può rallentare notevolmente la crescita e causare ingiallimento del fogliame.

Il classico kalanchoé è una pianta facile, ideale per i principianti
**Parassiti e malattie possibili del Kalanchoe**
I parassiti più comuni
- Le cocciniglie farinose : questi piccoli parassiti bianchi e cotonosi si attaccano agli steli e alla pagina inferiore delle foglie, nutrendosi della linfa e indebolendo la pianta. Appaiono spesso in caso di aria troppo secca. Per eliminarli, si possono rimuovere manualmente con un batuffolo di cotone imbevuto di alcol a 70° o spruzzare una soluzione di sapone nero diluito in acqua.
- Gli afidi : meno comuni, attaccano i germogli giovani e i boccioli floreali, deformandoli e impedendo la fioritura. Un getto d’acqua potente o un trattamento con sapone nero sono generalmente sufficienti per eliminarli.
- I ragnetti rossi : questi acari microscopici proliferano con il caldo e l’aria secca, lasciando un fogliame grigiastro e talvolta sottili ragnatele. Aumentare l’umidità ambientale e vaporizzare acqua sulle foglie (senza eccessi) può limitarne la comparsa. In caso di infestazione, un trattamento con macerato di ortica o sapone nero è efficace.
Le malattie più frequenti
- Il marciume radicale : è il problema più comune, causato da un eccesso di irrigazione o da un cattivo drenaggio. Le foglie diventano molli, ingialliscono e alla fine cadono. L’unica soluzione è interrompere le annaffiature, rinvasare la pianta in un substrato asciutto e ben drenato, e tagliare le radici colpite se necessario.
- L’oidio : questa malattia fungina si manifesta con una patina bianca e polverosa sulle foglie, dovuta a un’eccessiva umidità e a una mancanza di aerazione. È necessario isolare la pianta e trattarla con un fungicida naturale come latte diluito.
- Le macchie fogliari : possono essere causate da funghi o batteri, spesso legate a schizzi d’acqua sul fogliame. Evita di annaffiare dall’alto e rimuovi le foglie colpite.
Mantenendo una buona ventilazione, evitando l’eccesso di umidità e controllando regolarmente lo stato delle foglie, si riducono notevolmente i rischi di attacchi parassitari e malattie nei kalanchoé.
Come moltiplicare i kalanchoé?
I kalanchoé si moltiplicano facilmente e offrono diverse tecniche per ottenere nuove piante. A seconda della specie, si può utilizzare la talea di stelo o di foglia, la divisione dei polloni o la propagazione attraverso le plantule, una caratteristica tipica di alcune varietà come Kalanchoe daigremontiana.
La talea di stelo: il metodo più semplice ed efficace
La talea è la tecnica più utilizzata per moltiplicare un kalanchoé, in particolare per specie come Kalanchoe blossfeldiana, Kalanchoe tomentosa o Kalanchoe beharensis.
- Prelevare una talea: scegliere uno stelo sano, non fiorito, e tagliare un segmento di 5-10 cm con un paio di forbici pulite e ben affilate.
- Far cicatrizzare: lasciare la talea “asciugare” per 24-48 ore in un luogo asciutto e ombreggiato. Questo passaggio è essenziale per evitare il marciume una volta messa a dimora.
- Piantare la talea: riempire un vaso piccolo con un substrato leggero e drenante (miscela di terriccio per cactus e perlite/sabbia) e piantare la talea, facendo penetrare leggermente la base nel terreno.
- Innaffiare leggermente: umidificare leggermente il terreno senza inzupparlo. Per le prime settimane, tenere la pianta in un luogo luminoso, ma senza luce solare diretta.
- Osservare la ripresa: in 2-3 settimane, dovrebbero apparire le radici. Una volta ben radicato, il kalanchoé può essere trattato come una pianta adulta.
La talea di foglia: un metodo più lungo ma interessante
Alcune specie, come Kalanchoe tomentosa o Kalanchoe thyrsiflora, possono essere moltiplicate per talea di foglia. Basta staccare una foglia sana, lasciarla asciugare per qualche giorno e poi posarla su un substrato drenante leggermente umido. Piccole radici e una nuova rosetta appariranno alla base della foglia in poche settimane.
La divisione dei polloni: per le specie che producono stoloni
Alcune varietà, come Kalanchoe thyrsiflora, producono polloni alla base della pianta madre. Questi possono essere separati con cura e ripiantati singolarmente.
- Dissotterrare delicatamente la pianta madre e identificare i polloni che hanno già radici.
- Separare il pollone tagliando con un coltello sterilizzato.
- Ripiantare in un substrato drenante e innaffiare leggermente.
La moltiplicazione per plantule: una peculiarità dei Bryophyllum
Le specie precedentemente classificate nel genere Bryophyllum (oggi diventato un sottogenere), come Kalanchoe daigremontiana o Kalanchoe pinnata, si riproducono autonomamente grazie alle piccole plantule che crescono sui bordi delle foglie. Queste mini-piante cadono naturalmente e si radicano da sole nel terreno. Per accelerare la propagazione, si possono raccogliere queste plantule e ripiantarle direttamente in un vaso con un substrato leggero.

A sinistra: le giovani plantule di Kalanchoe daigremontiana cadono sul substrato e si radicano. A destra: una giovane talea di kalanchoé appena radicata.
Come valorizzare un kalanchoé nei nostri interni?
I kalanchoé si integrano facilmente in molti stili di interni. Inoltre, la loro capacità di adattarsi agli ambienti luminosi e la facilità di manutenzione li rendono piante ideali per un soggiorno, una camera da letto o persino un ufficio.
In quale tipo di interno i kalanchoé si trovano bene?
- Stile moderno e minimalista: con le loro forme scultoree e i colori vivaci, i kalanchoé si abbinano bene a interni essenziali con linee dritte e tonalità neutre. Un Kalanchoe thyrsiflora, con le sue ampie foglie dai bordi rossi, sarà perfetto su una mensola in legno chiaro o una scrivania bianca.
- Atmosfera bohémien e naturale: per un interno accogliente con materiali grezzi (rattan, legno, lino), i kalanchoé, in particolare il Kalanchoe beharensis, creano una bella armonia con il loro fogliaggio vellutato e le forme atipiche. Posizionati su un tavolino basso in legno o appesi in un macramè, accentuano il lato naturale e rilassato della decorazione.
- Decorazione vintage o industriale: in un interno con influenze retrò o industriali, un kalanchoé in vaso invecchiato, in terracotta o metallo patinato, aggiungerà un tocco vegetale mantenendo un’estetica grezza. Un Kalanchoe tomentosa, con il suo fogliaggio soffice dai bordi marrone cioccolato, avrà un bell’effetto posato su una mensola in metallo o un buffet in legno scuro.
- Atmosfera tropicale o esotica: associare un kalanchoé ad altre piante come monsteras, palme o philodendri permette di ricreare una mini-giungla d’interno. Varietà come Kalanchoe marmorata, con le sue foglie marmorizzate, o Kalanchoe oricula, dal portamento compatto, si integrano perfettamente in un décor vegetale lussureggiante. Puoi anche associare i kalanchoé con piante che richiedono le stesse cure: agavi, haworthie, aloe, crassule…
Quale vaso scegliere per valorizzarlo?
La scelta del vaso influenza fortemente l’estetica del kalanchoé. A seconda dello stile ricercato:
- In terracotta grezza: ideale per un effetto autentico e naturale, questo materiale valorizza i kalanchoé regolando l’umidità del substrato. Si adatta perfettamente a interni bohémien o mediterranei.
- In ceramica colorata o testurizzata: per ravvivare uno spazio moderno o pop, un vaso con tonalità vivaci (giallo, rosso, blu) o motivi grafici accentuerà la bellezza dei fiori colorati del Kalanchoe blossfeldiana.
- In vimini o fibra naturale: per un effetto accogliente e caldo, un coprivaso in rattan o giacinto d’acqua aggiunge un tocco bohémien, ideale per accompagnare i kalanchoé dalle forme morbide come Kalanchoe tomentosa.
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