

Manutenzione del prato: gli errori più comuni
I nostri consigli per avere un bel prato
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Avere un prato bello, regolare e di un bel verde è un obiettivo condiviso da molti giardinieri. Tuttavia, anche con la migliore volontà, alcuni gesti mal gestiti possono compromettere il risultato. Inoltre, un prato richiede cure adeguate a seconda delle stagioni. Per ottenere un prato denso e resistente, è prima di tutto necessario evitare alcuni errori comuni che indeboliscono la vitalità del prato e la qualità del terreno.
Ecco le cattive abitudini da conoscere – e da correggere – per trasformare il tuo prato in un bel tappeto verde.
Tagliare troppo corto: un errore classico
Uno degli errori più comuni consiste nel tagliare il prato troppo corto, spesso con l’idea di distanziare i tagli per facilitare il lavoro. Tuttavia, questo ha l’effetto opposto sulla salute del prato. Un taglio troppo corto:
- Indebolisce l’erba, che non riesce più a catturare abbastanza luce per crescere bene (la famosa fotosintesi).
- Espone il terreno al sole, favorendo la disidratazione del prato.
- Riduce la resistenza del prato, che diventa vulnerabile a malattie e parassiti.
- Lascia spazio libero per l’insediamento di muschi e erbacce.
L’altezza di taglio ideale è tra i 4 e i 5 cm in primavera e in autunno, periodi in cui la crescita del prato è attiva. In estate e durante le ondate di caldo, è meglio alzare il taglio a 6 o 7 cm per limitare l’essiccazione. Spesso si consiglia di non tagliare più di un terzo dell’altezza a ogni sfalcio.
Lo sapevi? Durante i periodi di siccità o canicola, l’erba smette naturalmente di crescere a causa del caldo e della mancanza d’acqua. Inutile quindi tirare fuori il tosaerba.
→ Per saperne di più, ti invito a leggere l’articolo “Con quale frequenza bisogna tagliare il prato?“.
Trascurare la manutenzione del tosaerba
L’utilizzo di un tosaerba mal mantenuto è altrettanto dannoso quando si desidera un bel prato. Quando le lame sono smussate, non tagliano in modo pulito, ma strappano i fili d’erba, facendo ingiallire le punte del prato. Inoltre, questo strappo apre la porta alle malattie.
Per un taglio netto e un prato in buona salute:
- Affilare le lame del tosaerba una o due volte all’anno.
- Pulire la parte inferiore del tosaerba per evitare accumuli di erba e detriti.
- Verificare lo stato delle ruote e l’impostazione dell’altezza di taglio (vedi capitolo precedente).
Un tosaerba ben mantenuto garantisce un taglio preciso e limita lo stress inflitto al prato.
Dimentica la scarificazione e l'aerazione del prato
Nel corso delle stagioni, il terreno si compatta a causa del calpestio, dei tagli ripetuti e delle precipitazioni. Parallelamente, uno strato di detriti vegetali, chiamato “feltro”, si accumula gradualmente tra i fili d’erba e il terreno. Questo feltro, composto da radici morte, residui di taglio e talvolta muschio, soffoca il prato e impedisce all’aria, all’acqua e ai nutrienti di penetrare bene fino alle radici dell’erba.
Per ridare vigore al prato, due azioni sono da adottare:
- La scarificazione, che consiste nel grattare la superficie del terreno per eliminare il feltro e aerare i primi centimetri. Si pratica generalmente almeno una volta all’anno: in primavera o in autunno.
- L’aerazione, che consiste nel perforare il terreno in profondità (con un aeratore a ruote), favorisce la circolazione dell’aria e dell’acqua (soprattutto in terreni argillosi) e permette un migliore radicamento del prato. Anche qui, un passaggio una o due volte all’anno è sufficiente.
Combinando scarificazione e aerazione una o due volte all’anno, si mantiene un terreno vivo e accogliente, in grado di sostenere un prato folto e resistente.
→ Se vuoi saperne di più, ti invito a leggere l’articolo “Come aerare il prato: passo dopo passo per un prato sano” e il nostro tutorial “Come scarificare il prato?“.
Gestire male l'irrigazione del prato
Uno dei gesti meno padroneggiati riguarda l’irrigazione del prato. Molti pensano di fare bene annaffiando regolarmente in piccole quantità, ma questo incoraggia le radici a rimanere in superficie, rendendo il prato più sensibile al caldo e al calpestio.
In realtà, nelle regioni temperate o umide, un prato ben radicato può fare completamente a meno dell’irrigazione, anche in estate. A volte ingiallisce leggermente in superficie, ma semplicemente entra in riposo a causa del calore. Tornerà verde naturalmente con il ritorno delle piogge autunnali.
In caso di siccità prolungata o nelle regioni più calde, un’irrigazione occasionale può essere necessaria per sostenere il prato, soprattutto se è stato seminato di recente o se il terreno tende a rimanere asciutto troppo a lungo. In questo caso, è meglio annaffiare una o due volte alla settimana, in abbondanza, per inumidire il terreno in profondità, piuttosto che spesso in piccole quantità.
Un’irrigazione al mattino presto o alla sera limita le perdite per evaporazione dovute al sole e permette un migliore assorbimento dell’acqua da parte delle radici.
→ Per saperne di più, ti invito a leggere l’articolo: “Curare il prato in caso di canicola“.

Un’irrigazione ben gestita permette di ottenere un bel prato
Concimare male o concimare nel momento sbagliato il tuo prato
Una fertilizzazione non adeguata può danneggiare l’equilibrio naturale del prato. Troppo concime, soprattutto ricco di azoto, stimola una crescita rapida ma fragile, rendendo il prato più vulnerabile alle malattie. Al contrario, un prato carente (mai fertilizzato) cresce lentamente, ingiallisce e cede più facilmente il posto alle erbacce.
Se il terreno del tuo giardino è povero o se il prato mostra segni di affaticamento, un apporto mirato può essere utile:
- In primavera, applica un concime per prato, ricco di azoto, per rilanciare la crescita.
- In autunno, fertilizza il prato con un concime ricco di potassio per aiutare le radici ad affrontare l’inverno.
Da sapere:
- Non tutti i prati hanno bisogno di essere fertilizzati sistematicamente per rimanere belli. Su un terreno ricco, ad esempio, gli apporti sono inutili.
- In alternativa ai concimi, puoi spargere regolarmente compost sul prato o praticare lo sfalcio con mulching (cioè lasciando i residui di taglio sul posto) o lo sfalcio differenziato (cioè lasciando alcune zone non tagliate).
Consiglio: un’analisi del terreno permette anche di regolare meglio gli apporti di concime, identificando eventuali carenze o squilibri del terreno o del pH. Questo evita di fertilizzare alla cieca e di squilibrare la flora del terreno.
→ Per saperne di più, ti invito a leggere gli articoli “Tutto sul mulching, un altro modo di tagliare l’erba” e “Lo sfalcio differenziato: un piccolo passo per il giardiniere, un grande passo per la biodiversità“.
Dimenticare la risemina
Con il tempo, alcune zone del prato possono impoverirsi o diradarsi, soprattutto dopo un’estate secca, una malattia o un periodo di intenso calpestio. Lasciare queste zone vuote favorisce la comparsa di muschio o erbacce.
La “risemina” consiste nel seminare nuovi semi di prato direttamente sul manto erboso esistente, per riempire le zone diradate e stimolare la ricrescita.
Ideale effettuare la risemina in primavera o all’inizio dell’autunno, su un terreno leggermente rastrellato o scarificato. È importante scegliere una miscela adatta al clima e all’uso del prato (prato ornamentale, prato sportivo, calpestio frequente, ecc.). Dopo la semina, annaffia leggermente nelle prime settimane per favorire la germinazione dei semi.
Questo gesto, ripetuto una volta all’anno o ogni due anni a seconda delle condizioni del prato, permette di mantenere un manto erboso omogeneo, denso e resistente nel tempo.
Lasciare che le erbacce si insedino
Le “erbacce” (o meglio le erbe indesiderate) compaiono spesso quando il prato è rado, indebolito o mal curato. Approfittano del minimo spazio libero per insediarsi e svilupparsi più rapidamente delle graminacee che compongono il nostro prato.
Ma la loro presenza non è una fatalità. Un prato denso e ben radicato limita naturalmente la loro progressione. Il modo migliore per combattere queste erbe indesiderate rimane la prevenzione.
Uno sfalcio regolare all’altezza giusta, la scarificazione, l’apporto di materia organica, un terreno vivo e delle risemine mirate permettono di mantenere un prato coprente, che compete naturalmente con le indesiderate.
Se piante come il tarassaco – dente di leone, il trifoglio o la piantaggine compaiono saltuariamente, non è necessario estirpare tutto o trattare chimicamente. Un intervento localizzato (come un’estirpazione manuale), dove diventa invadente, è generalmente sufficiente. E in alcuni casi, queste piante contribuiscono anche alla biodiversità del giardino e nutrono gli insetti utili.
→ Per saperne di più, ti invito a leggere l’articolo pieno di umorismo di Olivo: “10 buoni motivi per lasciar crescere le erbacce“.

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